lunedì 19 maggio 2008

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI

Con l'industrializzazione, lo sviluppo tecnico e la crescita economica, la quantità di rifiuti prodotti dall'uomo è cresciuta immensamente, soprattutto nei Paesi più industrializzati. Tra i molti tipi di rifiuti che si producono distinguiamo in base all'origine, quelli domestici o urbani, quelli commerciali, industriali, agricoli, minerari e radioattivi. Oltre a ciò i rifiuti si dividono in pericolosi e non pericolosi e prendono varie forme: solida, liquida, gassosa, mista (fanghi e melme) e ogni possibile combinazione. In funzione dell'origine, questi si possono degradare in prodotti pericolosi e non, per la salute umana o per l'ambiente. A ciò si aggiunge la possibilità di reazioni chimiche nei depositi. Le discariche per rifiuti sono ambientalmente accettabili se ben costruite e gestite, in caso contrario risultano dannose per l'ambiente.
Premettiamo innanzi tutto che i rifiuti domestici sono una raccolta eterogenea di quasi ogni cosa, dal cibo ai cascami di giardinaggio, alla carta, alla plastica, al vetro, alla gomma, alla cenere, ai laterizi, ai metalli, ecc. Molte di queste sostanze, reagendo con l'acqua formano una sostanza ricca di sali minerari e batteri, chiamato lisciviato. Questo si forma quando la pioggia si infiltra in una discarica e dissolve la frazione solubile dei rifiuti. Tutte le discariche contengono materia nei tre stati fondamentali, solido, liquido e gassoso e presentano un delicato equilibrio tra essi. Il modo più comune di sistemare i rifiuti domestici è di mischiarli a terra e stenderli, compattandoli, in una zona piana adibita all'accumulo. Per quanto riguarda l'ubicazione di una discarica, si deve scegliere il sito in base all'estenzione del progetto, ai materiali da costruzione e al problema della riabilitazione del sito. Il requisito principale nel progettare una discarica consiste nello stabilire esattamente il tipo, la natura, la cubatura dei rifiuti da sistemare. La scelta della discarica per un particolare tipo di rifiuti o per una miscela deve valutare anche i fattori economici e sociali, oltre a quelli geologici e idrogeologici. La discarica ideale non deve pertanto minacciare la qualità dell'acqua, essere priva di acqua ferma o in movimento e avere scorte sufficienti di terra per coprire ogni singolo strato di rifiuti. Dovrebbe essere situata ad almeno 300 mt. da ogni zona residenziale. Sempre in relazione all'idrogeologia, le rocce che proteggono meglio le risorse e le forniture di acqua sono quelle che hanno bassa permeabilità intrinseca.
Il progetto di una discarica e la scelta del sito sono influenzati dalle proprietà fisiche e biochimiche dei rifiuti. La qualità di lisciviato prodotta dipende dalla quantità d'acqua presente nella discarica. La quantità d'acqua assorbita dai rifiuti dipende dall'età della loro messa in posto. Le discariche ben progettate hanno non solo un rivestimento sul fondo e una copertura, ma anche una struttura cellulare, ovvero contengono i rifiuti in una serie di celle o "tombe", di argilla, coperte da uno strato di suolo e compattate. Non ci sono regole ben precise sul modo di scaricare e compattare i rifiuti solidi. I rivestimenti o incamiciature delle discariche sono costruiti con una varietà di materiali: argilla compatta di bassa permeabilità, membrana artificiale flessibile, sistema di rilevazione e raccolta del lisciviato, membrana artificiale flessibile, sistema di raccolta del lisciviato primario, tubi di raccolta. Alla base della discarica si possono piazzare come materiali di rivestimento, argilla, bentonite, geomembrane, suolo-cemento o bitume-cemento. I lisciviati si formano per la presenza di liquidi, principalmente acqua, nelle discariche, quando si supera la capacità di assorbimento dei rifiuti. Tra i vari materiali presenti, quelli materiali sono in genere biodegradabili; all'inizio la loro decomposizione è aerobica (prosperano i batteri per le condizioni umide), ma l'ossigeno viene rapidamente consumato e l'ambiente diventa anaerobico. Alla base della composizione anaerobica ci sono due processi fondamentali che operano in sequenza, semplificazione della frazione organica e riduzione di quella inorganica e metanizzazione.
In linea di massima nel suo passaggio attraverso suoli e rocce, il lisciviato subisce processi chimici e fisici che lo "attenuano", ovvero ne diminuiscono l'aggressività; tra questi, precipitazione, scambio ionico, assorbimento e filtrazione. I lisciviati contengono molti contaminanti che possono avere un effetto deleterio sull'acqua di superficie; se entrano in un fiume, ad esempio, l'ossigeno viene consumato dai batteri che demoliscono i composti organici e in caso grave, l'acqua ne viene del tutto privata. I principali inquinanti inorganici che possono dare problemi nei lisciviati sono ammoniaca, ferro, metalli pesanti e in minor misura cloruri, solfati, fosfati e calcio. L'ammoniaca può essere presente in parecchie centinaia di milligrammi/litro. Una concentrazione di 2,5-25 mg/l risulta letale per i pesci. Così come il ferro ferroso, il quale attraverso l'ossidazione produce depositi e intorbida l'acqua.
Sarebbe quindi doveroso, prima di iniziare a portare i rifiuti in discarica, programmare un controllo dell'acqua sotterranea e continuarlo fino a 20 anni dopo il completamento delle operazioni. L'effetto più serio di un lisciviato sull'acqua di falda è la mineralizzazione, dovuta all'azione degli ioni inorganici.
La progettazione ed esecuzione di lavori correttivi o riparativi, atti a rimediare a danni fatti in passato all'ambiente, infatti, sono processi delicati e complessi. Questi a loro volta non devono creare inquinamento ed il programma dovrà prevedere controlli e sorveglianza. A seconda del contaminante verrà applicata una diversa tecnica di intervento. La via migliore è quella del trattamento sul posto e non il prelievo del terreno contaminato. Si può pensare a misure di contenimento per isolare l'ambiente contaminato e a lavaggi con solventi ad hoc. Infine ricordiamo il biotrattamento o biocorrezione, usata per lo più per inquinanti organici, che comporta l'uso di microrganismi per biodegradare o trasformare gli inquinanti in forme innocue.
L'acqua di falda inquinata, invece, può essere estratta e trattata oppure subire il trattamento sul posto, questo dipende dalla solubilità dell'acqua e dalla volabilità delle sostanze inquinanti. Il metodo più usato per ripulire l'acqua dai contaminanti è di estrarla con pompe, trattarla e poi ri-iniettarla in falda, oltre a pozzi, si scavano trincee e fosse per far venire l'acqua in superficie. Per quanto riguarda la biocorrezione, si procede come nel suolo, distinguendo però tra acqua in condizioni aerobiche e acqua in condizioni anaerobiche; nel primo caso si aggiungono all'acqua ossigeno e nutrienti, nel secondo metano e nutrienti.
Senza dubbio vi è convenienza economica dietro a tutto questo, è un business. Non sono poche infatti le società del settore, che sono andate in prima pagina nei quotidiani regionali e nazionali denunciate per attività illecite, dopo ottenuto consistenti contributi regionali. Il problema dei rifiuti, tossici e non, è molto grave e nella fattispecie se inceneriti, potrebbero danneggiare l’ambiente circostante. E stiamo parlando di zone periferiche della città. Un territorio caratterizzato da vigne, olivi e altri prodotti agricoli che potrebbero risultare gravemente inficiati da un inquinamento siffatto.
Ricordiamo in proposito la battaglia durata per ben 5 anni fino al 2004, del Comitato spontaneo intercomunale contro l’inceneritore progettato dalla Abruzzo Energia s.r.l. nel territorio del Comune di Alanno, un impianto privato che prevede un termovalorizzatore per la produzione di 6 megawatt di energia elettrica, di cui 3 necessari per il proprio funzionamento.
Una bomba ecologica che rischiava di scoppiare nel territorio del Comune di Alanno. Non c’è giorno dove le cronache non riportano notizie riguardanti l’eco-mafia, discariche abusive, tentato smaltimento di rifiuti tossici, parole che si sentono sempre, che ognuno di noi ha in bocca, ma alle quali non si dà mai il peso necessario fino a quando non ci toccano direttamente. Ed è questa la preoccupazione delle popolazioni locali. Ricordo che non deve essere visto come un problema politico, come da molti strumentalizzato, non è importante il colore dello schieramento, ma è un problema per la salute di tutti i cittadini e dell’ambiente comune.

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